Conserva (FACE), con attacchi di Israele e USA all’Iran l’Europa rischia di essere tagliata fuori dai rifornimenti vitali di energia e alluminio

COMUNICATO STAMPA – per diffusione immediata

Federazione dei Consumatori di Alluminio in Europa – FACE

Mercoledì 25 giugno 2025, Bruxelles

COMUNICATO STAMPA

CONSERVA (FACE), CON ATTACCHI DI ISRAELE E USA ALL’IRAN

L’EUROPA RISCHIA DI ESSERE TAGLIATA FUORI DAI RIFORNIMENTI VITALI DI ENERGIA E ALLUMINIO

 

“La grave escalation registrata nelle ultime ore, con decine di attacchi israeliani sul territorio iraniano, rischia di innescare una catena di eventi incontrollabili, con conseguenze potenzialmente esistenziali per l’industria europea dell’alluminio” dichiara Mario Conserva, Segretario Generale  FACE – la Federazione Europea dei Consumatori di Alluminio.

L’attacco all’Iran da parte di Israele, i bombardamenti americani sugli impianti nucleari e l’intensificazione degli attacchi israeliani su Teheran e sul territorio iraniano possono portare a un’escalation e a una catena incontrollata di eventi. Il Parlamento iraniano ha votato a favore della chiusura dello Stretto di Hormuz. Il Presidente Trump ha annunciato un cessate il fuoco, ma la situazione rimane incerta.

Sebbene non sia stata ancora presa una decisione definitiva e gli scioperi siano avvenuti dopo l’annuncio del cessate il fuoco da parte degli Stati Uniti, l’insicurezza ha già avuto ripercussioni sulla navigazione marittima nel Golfo e alcuni importanti armatori e compagnie di assicurazione stanno già limitando i loro servizi.

Secondo Conserva non si può escludere che lo Stretto di Hormuz possa essere coinvolto in un nuovo conflitto o colpito da incidenti di natura geopolitica.

“In tale contesto – continua – l’Europa rischia seriamente di essere tagliata fuori da forniture strategiche di energia e materie prime, in primis l’alluminio. Le conseguenze sarebbero devastanti: un aggravamento drammatico della crisi economica già in atto, panico nei mercati, interruzioni e perdite industriali, tensioni sociali e instabilità politica”.

Per FACE la catena di approvvigionamento europea dell’alluminio non è mai stata così fragile. “L’Unione Europea – spiega Conserva – ha ormai un deficit di alluminio primario superiore all’87% del fabbisogno interno. Ogni anno sono necessarie 7 milioni di tonnellate di alluminio grezzo per alimentare l’industria, e oggi si rischia anche una fuga di rottami verso gli Stati Uniti, dove questo materiale strategico è esentato dai dazi del 50% imposti dall’amministrazione Trump. A ciò si aggiungono le restrizioni legate alla guerra in Ucraina, che hanno ulteriormente limitato le opzioni di approvvigionamento dell’UE, rendendoci totalmente dipendenti da rotte marittime lunghe, costose, inquinanti e instabili”.

“Questo rischio sistemico – sottolinea – coinvolge anche tutti gli scenari legati alla circolarità: da un lato perché l’alluminio primario è essenziale nella maggior parte delle applicazioni, anche in combinazione con metallo riciclato, e quindi la domanda continuerà a crescere; dall’altro, perché le nuove tariffe statunitensi – che colpiscono l’alluminio ma non i rottami – rischiano di indebolire il sistema europeo del riciclo e favorire l’esportazione di materia prima, aumentando la nostra dipendenza. In questo contesto, le tensioni tra UE e USA potrebbero ampliarsi e investire anche settori come il digitale, l’agricoltura e la sanità. Parallelamente, Washington continua a manifestare ambizioni di controllo su territori strategici come la Groenlandia e ad aumentare la pressione sul Canada”.

FACE evidenzia inoltre che conflitto globale per l’accesso ai minerali critici riguarda ormai anche l’Africa, dove gli Stati Uniti hanno adottato una strategia aggressiva per contrastare l’influenza cinese. “E in questa sfida, l’Unione Europea si trova in una posizione di debolezza senza precedenti”.

“Nel mondo sono attivi oltre 120 conflitti armati. Se guardiamo all’odierno panorama geopolitico, dal punto di vista economico, l’UE si ritrova senza più flussi commerciali sicuri e senza partenariati internazionali solidi. In particolare, nel settore dell’alluminio, non esiste alcuna vera autonomia strategica per l’Europa, ma al contrario una crescente dipendenza”.

“L’aumento dell’insicurezza nelle rotte marittime del Sud globale – Indo-Pacifico, Golfo Persico, Mar Rosso e Africa occidentale – così come le possibili crisi transatlantiche connesse alla Groenlandia e al Canada, espongono l’Europa a un livello di vulnerabilità nella catena di approvvigionamento dell’alluminio che non si vedeva dalla Seconda Guerra Mondiale. Come FACE – afferma Conserva – sono due anni che lanciamo l’allarme sui rischi legati alla restrizione dei flussi di alluminio primario, inclusi quelli connessi alle rotte marittime meridionali e alle nuove tensioni geopolitiche. FACE chiede al Consiglio dell’UE, alla Commissione e al SEAE di rivedere urgentemente tutte le politiche e le decisioni relative alle nostre forniture nazionali e internazionali di alluminio primario e secondario, in modo da mitigare i rischi e le difficoltà crescenti e contribuire a garantire forniture di alluminio sufficienti, stabili, competitive e a basse emissioni di carbonio per la nostra industria. La nuova guerra israelo-statunitense-iraniana – conclude Conserva – ci ricorda che per la sua sicurezza economica l’UE deve mantenere aperte tutte le opzioni di approvvigionamento di alluminio”.

Il comunicato stampa è disponibile qui.

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