Piano d’azione della Commissione Europea per garantire un’industria siderurgica e dei metalli competitiva e decarbonizzata in Europa

Piano d’azione della Commissione Europea per garantire un’industria siderurgica e dei metalli competitiva e decarbonizzata in Europa

La Commissione Europea ha recentemente presentato un piano d’azione che si concentra sulla filiera dei metalli, in particolare l’alluminio e l’acciaio, mirando a risolvere una serie di problematiche economiche, ambientali e geopolitiche legate a questi settori. Il piano si colloca in un contesto più ampio, strettamente connesso agli obiettivi di decarbonizzazione dell’Unione Europea, il Clean Industrial Deal, che punta a favorire la crescita sostenibile delle industrie europee attraverso la transizione ecologica. In particolare un obiettivo sostanziale dichiarato è raggiungere le zero emissioni di gas serra entro il 2050, un traguardo che impone una profonda ristrutturazione delle principali industrie, inclusa quella metallurgica.

Uno degli aspetti chiave del piano riguarda il contrasto alla concorrenza sleale che si verifica a livello globale, con particolare attenzione alle forniture provenienti da alcune nazioni dell’est del mondo. Tali Paesi, infatti, non sempre rispettano le stesse normative ambientali e le stesse politiche industriali adottate nell’Unione Europea. A questo scopo, la Commissione propone di rafforzare le misure per combattere la concorrenza sleale, prevedendo l’imposizione di nuovi dazi su determinati beni importati nelle filiere dei metalli. Inoltre, il piano prevede la possibilità di interventi sulle capacità produttive interne, al fine di limitare eventuali eccessi produttivi che potrebbero destabilizzare il mercato europeo e frenare gli sforzi per ridurre l’impatto ambientale del settore. Un altro punto cruciale riguarda il costo dell’energia, che costituisce una delle principali voci di costo per le industrie metallurgiche. In risposta a questa sfida, il piano suggerisce l’istituzione di gruppi di acquisto per l’energia, con l’intento di ottenere tariffe energetiche più favorevoli per le aziende europee; questo approccio potrebbe essere decisivo nel supportare le industrie a ridurre i costi operativi e, al tempo stesso, ad affrontare le sfide legate alla volatilità dei prezzi dell’energia.

La Commissione sollecita inoltre le imprese a sfruttare pienamente i benefici fiscali offerti dai vari Stati membri, introdotti per attenuare l’impatto dei fluttuanti costi energetici. L’adozione di pratiche che favoriscano l’utilizzo di energia rinnovabile, in particolare idrogeno verde, è un altro elemento fondamentale del piano, che mira appunto a ridurre l’intensità carbonica di settori industriali ad alto onere energetico, come quello di molti metalli. Un aspetto significativo riguarda la questione della delocalizzazione delle produzioni di materie prime.

L’alluminio, in particolare, ha visto una crescente delocalizzazione negli ultimi anni, con impatti negativi sulle capacità produttive europee e sulle politiche industriali locali; per possibili inversioni di rotta è indispensabile assoluta chiarezza sul Carbon Border Adjustment Mechanism (CBAM), che dovrebbe entrare in vigore a gennaio del prossimo anno. Il CBAM è, come abbiamo ricordato più volte, un meccanismo pensato per adattare il prezzo del carbonio alle frontiere europee, caricandone ove opportuno il costo sui prodotti provenienti da Paesi che non rispettano standard ambientali simili a quelli dell’Unione Europea. Il piano prevede anche l’estensione del CBAM a determinati prodotti a valle di alluminio ed acciaio entro il 2025, ampliando l’ambito di applicazione e creando così un mercato più equo per questi materiali fondamentali.Il piano d’azione si concentra anche sulla promozione del recupero e del riciclo dei metalli, ambito in cui l’UE ha le carte in regola per porsi come leader globale. Una gestione efficace dei rottami metallici è infatti cruciale per ridurre la dipendenza dalle materie prime che ci mancano e per promuovere un’economia circolare che, oltre a ridurre gli impatti ambientali, consenta alle industrie europee di essere più flessibili e competitive.

La Commissione propone anche misure specifiche per regolare la commercializzazione internazionale dei rottami metallici, in modo da garantirne una disponibilità adeguata per le imprese europee; tali interventi dovrebbero mirare a tenere sotto controllo l’esportazione dei preziosi rottami, a tutto vantaggio di Paesi fuori dall’UE. Allo stesso tempo si indica necessario ottimizzare la classificazione tecnica dei rottami stessi per migliorarne l’accessibilità e la qualità del recupero, e stabilire una definizione chiara dei requisiti tecnici per i rottami metallici, in modo da facilitare il loro riciclo. Una classificazione adeguata dei materiali contribuirà infatti a semplificare il processo di recupero, migliorando l’efficienza dell’intero sistema di riciclaggio ed aumentando la competitività delle industrie locali. In questa ottica, il piano d’azione prevede anche incentivi fiscali per le aziende che investono in tecnologie avanzate per il riciclo dei metalli, favorendo così l’adozione di pratiche più sostenibili e rispettose dell’ambiente.

Non ci sono dubbi sulla validità dei propositi e degli indirizzi indicati, l’attuazione effettiva del piano è decisiva per il suo successo, le misure proposte dovranno comunque essere accompagnate da linee di azione precise e coerenti, con un monitoraggio costante dei progressi raggiunti. La collaborazione tra i vari settori industriali, le istituzioni europee e i governi nazionali sarà essenziale per tradurre le proposte in azioni concrete; cosi’ come la creazione di un sistema di incentivi, misure di regolamentazione e supporto per la cooperazione intersettoriale rappresenterà il passo fondamentale per rendere il piano d’azione un successo. La sinergia tra i diversi attori coinvolti potrà infatti facilitare l’adattamento alle sfide future, dalla transizione verso l’utilizzo di idrogeno rinnovabile fino all’ottimizzazione delle capacità di riciclo e recupero dei metalli.

Infine, l’obiettivo di raggiungere zero emissioni entro il 2050 non può essere considerato solo come una scadenza lontana, ma come una sfida che dovrà essere affrontata con urgenza e determinazione. Il settore dei metalli gioca un ruolo cruciale in questo processo, dato che le industrie ad alta intensità energetica, come quella della produzione primaria di alluminio e quella siderurgica rappresentano una parte significativa delle emissioni di CO2 in Europa. La transizione verso un modello di produzione più sostenibile richiede un impegno costante da parte di tutti gli attori coinvolti: dalle imprese che dovranno innovare le loro tecnologie, ai governi che dovranno implementare politiche adeguate di supporto e monitoraggio, fino ai consumatori che dovranno essere parte attiva nella richiesta di prodotti a minore impatto ambientale.

In conclusione, il piano d’azione della Commissione Europea per il settore dei metalli, in particolare alluminio ed acciaio, si propone come strategia ambiziosa e strada obbligata per affrontare le sfide globali in tema di concorrenza sleale, decarbonizzazione ed economia circolare. Sarà fondamentale tradurre gli obiettivi in azioni concrete, con misure che coinvolgano tutti i settori industriali e che favoriscano la cooperazione tra i vari Paesi membri dell’UE. Solo così sarà possibile garantire un’industria più competitiva, sostenibile e in linea con gli obiettivi di zero emissioni entro il 2050.

Il testo del Piano d’azione della Commissione Europea è disponibile qui.

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