Trump raddoppia al 50% i dazi su acciaio e alluminio, il Segretario Generale FACE, Mario Conserva: “Gli Usa non hanno la copertura interna sulle esigenze delle loro industrie”

COMUNICATO STAMPA – per diffusione immediata

Federazione dei Consumatori di Alluminio in Europa – FACE

Sabato 31 maggio 2025, Bruxelles

 

COMUNICATO STAMPA

TRUMP RADDOPPIA AL 50% I DAZI SU ACCIAIO E ALLUMINIO, IL SEGRETARIO GENERALE FACE, MARIO CONSERVA:

“GLI USA NON HANNO LA COPERTURA INTERNA SULLE ESIGENZE DELLE LORO INDUSTRIE”

 

Trump lo ha annunciato durante un comizio, i dazi del 25% già in vigore su acciaio e alluminio raddoppieranno al 50% a partire dal 4 giugno. Una notizia che getta scompiglio su un settore già vessato da moltissime tasse. “Fra le nostre prime preoccupazioni c’è l’assurda persistenza del dazio all’importazione di alluminio primario che tormenta migliaia di aziende in Italia e nell’Unione europea” lamenta Mario Conserva segretario generale della Federazione europea dei consumatori di alluminio (Face) che da 25 anni difende gli interessi delle piccole e medie imprese del settore.

“Di alluminio abbiamo carenza per quasi il 90% del fabbisogno e per importarlo dobbiamo pagarci sopra una tassa fra il 3 e il 6%, che è pura perdita di competitività internazionale del nostro sistema produttivo, una circostanza davvero preoccupante che noi denunciamo da sempre” spiega Conserva. E ora con i nuovi provvedimenti di Trump, la situazione è sempre più confusa, “un carosello di decisioni e smentite da parte del presidente americano, che lasciano il tempo che trovano e devono scontrarsi con l’unico dato di fatto oggettivo: oggi gli Stati Uniti non hanno neppure lontanamente la copertura interna sulle esigenze di alluminio primario delle loro industrie a valle, dall’imballaggio alimentare ai trasporti, all’edilizia e a tanti altri settori dell’industria”. Per raggiungere il loro fabbisogno, chiosa il numero uno di Face, “servirebbero anni, costi e oneri energetici ambientali molto rilevanti, uno straordinario impegno di cui neppure si parla”.

L’amministrazione americana ha inoltre dovuto fare i conti con la sua realtà industriale. “Con la straordinaria volatilità decisionale di Trump, gli Stati Uniti rischiano una recessione, con la minaccia di esportarne un po’ dovunque le conseguenze” sostiene Conserva.

Quanto all’automotive, ai trasporti e all’edilizia, per il segretario generale “il mercato globale dell’alluminio in Italia e in Europa soffre già per gli impieghi nel settore dei trasporti, ma il motivo naturale è la crisi dell’auto: lo vedrei come un accadimento ciclico e sperimentato (in Italia, per esempio, quest’anno l’alluminio in edilizia va molto bene) che non frenerà in alcun modo la continua crescita globale dell’alluminio e delle sue leghe. Di queste nel mondo ne sono state utilizzate nel 2024 circa 100 milioni di tonnellate, tra alluminio primario e secondario, nel 2050 si prevede di arrivare a 150 milioni”.

Il comunicato stampa è disponibile qui.

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