MARIO CONSERVA (SEGRETARIO GENERALE FACE): “STRADA GIUSTA MA ORA NUOVE MISURE PER TUTELA E SVILUPPO DELL’ALLUMINIO UE”
ROMA, 14 SET – Come auspicato da tempo da FACE, Federation of Aluminium Consumers in Europe, l’Unione Europea ha avviato indagini e procedure antidumping sulle esportazioni di estrusi e laminati di alluminio. In particolare, il 24 agosto 2020 la Commissione Europea ha assunto la decisione ufficiale di avviare la registrazione delle importazioni cinesi di estrusi nell’UE. Qualora l’indagine confermasse l’esistenza di pratiche di dumping, potrebbero essere istituiti dazi sulle importazioni dalla Cina già dal marzo 2021. Il provvedimento, che entrerà in vigore il prossimo 13 ottobre con effetto retroattivo fin dal 24 agosto scorso, è stato ufficializzato da un comunicato di Ursula Von Der Leyen sulla Gazzetta Ufficiale Europea. Misure analoghe sono in fase di studio relativamente all’import di altri tipi di semilavorati in lega leggera, in particolare laminati, sottoposti da tempo ad attento monitoraggio.
“Accogliamo con soddisfazione un segnale importante, che definisce l’impegno dell’UE nella guida del settore dell’alluminio verso lo sviluppo che merita, e l’attenzione suscitata dalle azioni intraprese da molte primarie compagnie di estrusione europee, tra cui diverse importanti aziende italiane associate a FACE”, ha dichiarato Mario Conserva, Segretario Generale della Federation of Aluminium Consumers in Europe che da vent’anni rappresenta gli interessi dei trasformatori e degli utilizzatori di alluminio nell’Unione. Una presa di posizione, quella di Face, che avviene proprio nel giorno del vertice tra l’Unione Europea e la Cina alla presenza, tra gli altri, della Presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen, del Presidente del Consiglio Europeo Charles Michel, dell’Alto Rappresentante per gli Affari esteri e la politica di sicurezza dell’Ue, Josep Borrell, della Cancelliera tedesca e Presidente di turno del Semestre europeo Angela Merkel e del Presidente cinese Xi Jinping.
“Nel campo dell’alluminio – continua il Segretario Generale Conserva – la Cina ha portato avanti per anni e con determinazione una politica di sovracapacità produttiva, una vera e propria guerra economica che aveva l’evidente obiettivo di indebolire a proprio vantaggio il manifatturiero europeo. Tanto per dare un’idea della dimensione del problema, ricordo che nel corso degli ultimi 18-20 anni l’import in EU di semiprodotti di alluminio è cresciuto da 20 a 50 volte, in massima parte in condizioni di dumping dalla Cina, come dimostrato dalle registrazioni e dai monitoraggi eseguiti.”
“Da anni – prosegue Conserva – “ci impegniamo per difendere gli interessi del downstream dell’alluminio europeo, e ora confidiamo che si concretizzino al più presto i grandi ulteriori passi in avanti che sosteniamo da tempo: da una parte urge la rapida eliminazione del dazio del 6% sul metallo grezzo, che rappresenta un’insostenibile extra-costo di oltre un miliardo di euro all’anno per gli utilizzatori, tanto più ingiustificato perché la produzione europea di metallo primario copre a malapena il 30% del fabbisogno domestico; dall’altra chiediamo il massimo impegno per il riconoscimento del valore dell’alluminio green prodotto con un ciclo complessivo a bassa impronta di carbonio, premiando i produttori virtuosi anche attraverso opportune misure tariffarie. Non dimentichiamoci al riguardo che il metallo primario cinese, interamente prodotto con energia da centrali a carbone, ha un’impronta di CO2 da 5 ad otto volte superiore a quella prodotta da centrali ad energia idroelettrica. Se vogliamo seriamente parlare di sostenibilità per le future generazioni – conclude Conserva – è chiaro che il settore alluminio rappresenta un’eccellente opportunità, purché si facciano le scelte giuste”.
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